La “stella” Toniolo per la cooperazione e l’economia civile

“Nel buio della notte non possiamo piangere, perché le lacrime potrebbero impedirci di vedere le stelle”. Con un accorato invito alla speranza, nella citazione del poeta indiano Tagore, guardando ad una “stella“ luminosa che appartiene alla storia più alta del cattolicesimo sociale del nostro Paese, come quella del Beato Toniolo, il professor Stefano Zamagni ha concluso il suo applauditissimo intervento, lo scorso 7 ottobre, durante la cerimonia finale del Premio Giuseppe Toniolo 2017, dedicato quest’anno al tema, tutto tonioliano, del valore della cooperazione.
Lo stesso economista bolognese è stato poi proclamato vincitore della sezione nazionale del Premio intitolato al grande “leader” del movimento cattolico italiano ed europeo, sepolto nel Duomo di Pieve di Soligo, per il quale sono già iniziate- nella diocesi di Vittorio Veneto – le celebrazioni per il centenario della morte (7 ottobre 2018).

Con sapienza, chiarezza e determinazione il professor Zamagni ha ricordato l’esempio sofferto dello studioso Toniolo nell’Università di Pisa, l’ingiusto oblio che l’ha accompagnato per diverso tempo, la necessità di reinterpretare l’attualissimo messaggio economico e sociale alla luce delle sfide attuali, “perché il Toniolo non è un santino o una figura da archivio o museo, ma una personalità straordinariamente viva per la ricchezza e la capacità di futuro delle sue intuizioni e del suo insegnamento cristianamente ispirato”.
In particolare, Zamagni – consulente in Vaticano per encicliche papali e cofondatore della Scuola di economia Civile (SEC) – ha sottolineato i temi della crisi economica e finanziaria che a livello internazionale vede l’affermazione delle “strutture di peccato” già denunciate da Giovanni Paolo II nella “Sollicitudo rei socialis”.
In questo senso, Stefano Zamagni ha sottolineato il valore essenziale e ancora innovativo della presenza della cooperazione “fatta bene, con studio continuo e aggiornamento costante” rispetto a un modello dominante legato alla grande finanza, alle scelte verticistiche e alla produzione di potenziali conflitti: il senso della democrazia e della partecipazione, che premia le persone, e il superamento delle grandi disuguaglianze, frutto delle scelte economiche di un capitalismo globalizzato, senza volto e senza giustizia, che “nella nostra epoca ha drammaticamente allargato il solco tra ricchi e poveri”.

Lo stesso Zamagni ha poi sottolineato il valore dell’economia civile, che si basa sul concetto di relazione positive e fiduciarie tra le persone, e ha citato l’esperienza della SEC di Loppiano (Fi) come luogo di studio, di alta formazione e contributo ai percorsi futuri di docenti, manager, imprenditori e dirigenti ai vari livelli del nostro Paese.

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