In comunione fraterna con le popolazioni colpite dal terremoto

Riportiamo in questo articolo il testo della lettera che Mons. Arcivescovo ha inviato alle parrocchie della Diocesi, lo scorso 26 Agosto,  per “esortare tutti alla generosità nei confronti delle popolazioni colpite dal terremoto che ha violato in maniera pesantissima alcuni paesi e città dell’Italia centrale”.

Ulteriori informazioni ed indicazioni tecniche sono disponibili sul sito della Caritas diocesana.

 

A tutti i sacerdoti, i religiosi, le religiose e i fedeli laici della Chiesa pisana.

 

Carissimi,

può sembrare quasi scontato esortare tutti alla generosità nei confronti delle popolazioni colpite dal terremoto che ha violato in maniera pesantissima alcuni paesi e città dell’Italia centrale.

Come è già stato comunicato dalla Conferenza Episcopale Italiana e dalla Caritas, domenica 18 settembre si svolgerà in tutte le nostre chiese una colletta per aiutare fattivamente quanti si trovano ad aver perso ogni cosa dopo aver rischiato di perdere anche la vita sotto le macerie delle loro case.

Il primo dovere che ci riguarda tutti è sicuramente quello della preghiera per le vittime, per le loro famiglie e per quanti si trovano nella precarietà dell’esistenza e nel buio riguardo al proprio futuro: la preghiera è sempre il segno della fede nell’amore misericordioso di Dio che non abbandona mai i suoi figli ed è pure il modo più efficace per aiutarci reciprocamente in quella comunione dei cuori che non ci fa mai sentire estranei gli uni con gli altri.
Per questo è importante che ricordiamo nella preghiera comunitaria vivi e defunti che sono stati vittime di questo terribile cataclisma.

E’ importante poi che anche il soccorso della carità si realizzi manifestando il segno prezioso della comunione fraterna, accogliendo le indicazioni operative che ci vengono dalla Caritas italiana e che sono state pure diffuse dalla Caritas diocesana.
Non solo c’è bisogno di sollecitudine nella carità, ma che la carità venga fatta bene, cioè tenendo conto delle indicazioni operative che ci vengono dal coordinamento nazionale, per non rischiare di sprecare energie, soldi e mezzi e soprattutto per non procedere disordinatamente, creando altri problemi, sia pure in buona fede, piuttosto che concorrendo efficacemente alla loro risoluzione.

Ringraziando quanti vorranno partecipare a questo momento di condivisione ecclesiale nel giorno stesso in cui in Italia si svolgerà la giornata conclusiva del Congresso Eucaristico Nazionale, su tutti invoco l’abbondanza delle benedizioni di Dio.