La luce tornerà a risplendere!

Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatea, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodemo — quello che in precedenza era andato da lui di notte — e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di aloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura.

 


Ti vedo, Gesù, ancora lì, sulla croce. Un uomo in carne ed ossa, con le sue fragilità, con le sue paure. Quanto hai sofferto! È una scena insostenibile, forse proprio perché è intrisa di umanità: è questa la parola chiave, la cifra del tuo cammino, costellato di sofferenza e di fatica. Proprio quell’umanità che spesso dimentichiamo di riconoscere in te e di ricercare in noi stessi e negli altri, troppo presi da una vita che spinge sull’acceleratore, ciechi e sordi di fronte alle difficoltà e al dolore altrui.

Ti prego Signore, apri i miei occhi,

che io ti veda anche nelle sofferenze,

nella morte, nella fine che non è la vera fine.

Turba la mia indifferenza con la tua croce,

scuoti il mio torpore.

Interrogami sempre con il tuo mistero sconvolgente,

che supera la morte

e dona la vita.

 


Ti vedo, Gesù: ora non sei più lì, sulla croce; sei tornato da dove sei venuto, adagiato sul grembo della terra, sul grembo di tua madre. Ora la sofferenza è passata, svanita. Questa è l’ora della pietà. Nel tuo corpo senza vita riecheggia la forza con cui hai affrontato la sofferenza; il senso che sei riuscito a darle si riflette negli occhi di chi è ancora lì e ti è rimasto accanto e sempre rimarrà al tuo fianco nell’amore, donato e ricevuto. Si apre per te, per noi, una nuova vita, quella celeste, all’insegna di ciò che resiste e non viene spezzato dalla morte: l’amore. Tu sei qui, con noi, in ogni istante, in ogni passo, in ogni incertezza, in ogni ombra. Mentre l’ombra del sepolcro si allunga sul tuo corpo disteso tra le braccia di tua madre, io ti vedo e ho paura ma non dispero, ho fiducia che la luce, la tua luce, tornerà a risplendere.

Ti prego, Signore,

fa’ che in noi sia sempre viva la speranza,

la fede nel tuo incondizionato amore.

Fa’ che possiamo mantenere sempre vivo e acceso

lo sguardo verso la salvezza eterna,

e che riusciamo a trovare ristoro e pace nel nostro cammino.

 


 

I brani proposti sono estratti delle meditazioni delle quattordici stazioni della Via Crucis che sarà presieduta da Papa Francesco al Colosseo la sera di Venerdì santo. Le riflessioni sono state scritte da un gruppo di giovani: quindici tra ragazzi e ragazze, di età compresa fra i 16 e i 27 anni, nove dei quali studenti del liceo di Roma Pilo Albertelli. Il gruppo è stato coordinato dallo scrittore (e insegnante di religione) Andrea Monda. Il testo integrale, come di consueto, sarà pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana.