Alice, il gatto e il sindacato


 

Pierre Carniti

(Castelleone, 25 settembre 1936 – Roma, 5 giugno 2018)

 

Se il sindacato vuole avere un futuro…

In molti paesi, tra cui il nostro, le adesioni sono in calo. Ma il declino non è ineluttabile, se si torna a riflettere sul perché si è ridotta la capacità di incidere.
Bisogna anzitutto ritrovare un’identità: se ci si limita a quella rivendicativa ci si espone a una inevitabile frantumazione corporativa. Ma se invece si vuole contare nelle scelte politiche generali non si può prescindere da una forte ripresa del percorso unitario.

(…) Tutto induce a riconoscere che il proposito di ridurre il deficit di incidenza del sindacalismo confederale in una società sviluppata come l’Italia comporti la necessità di agire: tanto sulle difficoltà ad includere i marginali ed i flessibili per evitare una contrazione della sfera sociale in cui l’azione collettiva riesce a contare; quanto sulla capacità di dotarsi di regole condivise (autonome, non eteronome) per decidere assieme.

Chi intende accingersi a questo compito dovrebbe tenere presente un istruttivo dialogo contenuto in Alice nel paese delle meraviglie. Precisamente là dove Alice chiede al gatto Cheshire: “Vorresti per favore dirmi quale strada devo percorrere da qui”? Ed il gatto le risponde: “Dipende da dove vuoi andare”. Perché proprio, come per Alice, anche per il sindacato la cosa essenziale è quella di decidere, innanzi tutto, dove vuole andare.
Sia chiaro: in gioco non c’è la sua sopravvivenza, ma il suo ruolo. Infatti, come tutte le istituzioni, anche il sindacato può sopravvivere benissimo a sé stesso. Può benissimo sopravvivere all’abbandono di compiti che pure ha assolto in altre fasi storiche. Ma se tra i suoi scopi decide di mantenere anche il proposito di incidere direttamente sullo sviluppo economico e sociale, per assicurare una più equa distribuzione sia del reddito che delle opportunità di lavoro, allora deve compiere scelte conseguenti. La prima delle quali è che l’unità non può ridursi ad una invocazione, ad un mito, ma deve diventare il terreno di una conquista quotidiana.
E’ probabile che gran parte della letteratura sul declino sindacale esprima più un auspicio che la narrazione di un fatto.
Tuttavia sembra difficile negare che il sindacalismo confederale stia attraversando un periodo di nuvole basse e si trovi alle prese con un problema di identità. Che è sempre un problema di strategia.
Naturalmente si può pensare che esistano molti modi per cercare di risolverlo. Difficile però anche soltanto provarci, se non si dovesse almeno incominciare ad investirvi unitariamente più risorse e più pensiero.

(da www.eguaglianzaeliberta.it)