Tentazione generazionale


 

Se Dio, preghiera, Vangelo, carità non sono importanti per mio padre e mia madre, è difficile pensare che essi siano decisivi per orientare la mia esistenza adulta; se la Chiesa resta solo un bel monumento alle nostre radici culturali – e per questo va bene pure mettere una firma sulla dichiarazione dei redditi – è ben difficile immaginare una professione del cattolicesimo che impegni e impregni la mia quotidianità (…).
Se l’esperienza cristiana è sostanzialmente estranea al mondo degli adulti, al quale i giovani naturalmente aspirano ad accedere, per questi ultimi liberarsi di quell’esperienza diventa un’urgenza del tutto comprensibile. Possono in tal modo sancire, con la dismissione della fede, l’uscita da quella fase della vita cui la fede è ormai quasi esclusivamente assegnata: l’età dei bambini. Questo è il vero snodo della questione del rapporto giovani e fede. Tuttavia, si deve fin da subito ammettere che negli ambienti ecclesiali si è molto lontani d’averlo anche solo percepito.

(da “Tutti giovani, nessun giovane” di d. Armando Matteo, Ed. Piemme)