Don Giuseppe Diana
(Casal di Principe, 4 luglio 1958 – 19 marzo 1994)
«L’hanno ammazzato subito prima della messa, don Peppe Diana, non per caso. Hanno voluto spegnere la sua voce prima che potesse alzarsi di nuovo, quel mattino, a denunciare la distanza incolmabile tra il Vangelo e i dettami dei signori di Casal di Principe, tra la volontà del Padre e quella di chi si pretendeva padrone della città, tanto da usurparne il nome: il clan dei Casalesi. L’hanno ammazzato prima della messa, quasi a voler dire: “Basta, non una parola in più!”. Era ormai chiaro che ogni singola parola di quel sacerdote era una parola profetica, capace di toccare le coscienze, schiarire le menti, infondere coraggio, innescare cambiamenti.
Gli hanno negato quell’ultima omelia, senza capire che, così facendo, il suo messaggio sarebbe risuonato ancora più forte, amplificato dal martirio (…).
A lui e ai tanti che in 25 anni hanno profuso un impegno coraggioso e caparbio, ma anche a noi tutti, don Peppe chiede oggi in prestito la voce. Quell’ultima omelia negata, sta a noi pronunciarla e farla vivere ogni giorno».
(Brani dall’intervento di don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di Libera,
in ricordo di don Peppe Diana, a 25 anni dall’uccisione)